Nati per morire by Giorgio Simoni

Nati per morire by Giorgio Simoni

autore:Giorgio Simoni [Simoni, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Damster edizioni
pubblicato: 2018-03-11T23:00:00+00:00


26 – Che giornata!

Fittoneta, luglio 2014 – martedì

Ettore Spada si era svegliato con gli stessi dubbi della sera precedente. Le visite concordate con la Panerai non avevano portato molti progressi, e se Viganò non avesse seguito il consiglio di denunciare la fuga di Yari, la sua ricerca sarebbe stata impossibile. Cercò d’immaginarsi delle soluzioni alternative, ma nella sua testa c’era come un grande silenzio e non riusciva a concentrarsi.

D’un tratto la suoneria lo distolse da quell’analisi deludente, allungò la mano e raggiunse il cellulare. Lo guardò e si trovò di fronte lo schermo nero. Digitò per attivarlo ma non ottenne nessun risultato. Fece un gesto di stizza; quel ferro vecchio s’era bloccato di nuovo. Con rapidità ripristinò il contatto e attese l’arrivo dei messaggi. Un attimo dopo giunse la segnalazione della chiamata persa; era il numero di suo padre. Nella testa gli scattò l’allarme e subito si alzò dal letto. La salute di sua madre era la prima delle preoccupazioni. Si concentrò sul display e con pochi gesti provò a richiamare. Quando sentì la voce registrata che lo indirizzava alla segreteria telefonica, il cuore accelerò i battiti. Come trasformato in canguro, saltò da una stanza all’altra e in pochi minuti era pronto per filare dai genitori.

Percorreva l’Aurelia in direzione sud, sfilando veloce sotto il tunnel di foglie dei platani allineati ai margini della carreggiata. Per non arrovellarsi in congetture nefaste, scaricava lo sguardo da ogni parte. Nei prati, un vapore lieve accarezzava i cespugli e appesantiva le ragnatele facendole brillare al sole. L’umidità della notte aveva ravvivato i colori e la campagna sembrava tirare un sospiro di sollievo.

Quando svoltò sulla strada inghiaiata per raggiungere il casale dei suoi, tirò un sospiro profondo come per prepararsi a una lunga apnea; non era pronto per una brutta notizia. Giunto nel piccolo piazzale antistante la casa, come un raggio di sole luminoso, la vide. Sua madre era in piedi in mezzo al giardino; notò che aveva lasciato sotto il portico, la sedia a ruote che usava per spostarsi nei momenti più difficili. Sorrise; pareva proprio che le sue preoccupazioni fossero infondate.

Felice di aver corso invano, dimenticò l’apprensione e si rammentò la “Nutella”; come era felice da bambino, quando rientrava a casa per la merenda e sua madre aveva preparato il pane con la cioccolata.

Aprì il cancello del vialetto e le andò incontro, l’abbracciò e la strinse a lungo. Gli piacque sentirsi immerso nell’odore di casa, stretto tra braccia sincere, con i cuori che battevano allo stesso ritmo. Non c’era un altro posto così al mondo.

— Coma stai Mamma? — mormorò.

— Bene Ettore.

— Questa passeggiata è davvero una sorpresa per me.

— Sì, è già qualche giorno che riesco a mettermi in piedi.

— Sono contento — ammise, rilassando tutte le tensioni accumulate: — Anche in viso sei molto migliorata — aggiunse, e la voce incespicò un po’.

— Il medicinale che mi ha consigliato Clarissa ha fatto il suo effetto. È una donna in gamba quella lì; ricordalo farfallone.

In quel momento dalla porta del loggiato uscì suo padre e come sempre, travolse tutto e tutti con la sua esuberanza.



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